Stiamo vivendo in quella che Bauman (2002, 2004) definisce modernità liquida, dove essere moderni significa essere incapaci di fermarsi e di stare, dove il tempo prende il sopravvento sullo spazio. Dove l’identità perde i suoi ancoraggi sociali e i suoi quadri di riferimento tradizionali che la facevano apparire e sentire “naturale”, predeterminata e non negoziabile.

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