Stiamo vivendo in quella che Bauman (2002, 2004) definisce modernità liquida, dove essere moderni significa essere incapaci di fermarsi e di stare, dove il tempo prende il sopravvento sullo spazio. Dove l’identità perde i suoi ancoraggi sociali e i suoi quadri di riferimento tradizionali che la facevano apparire e sentire “naturale”, predeterminata e non negoziabile. Venivamo da una modernità solida fatta di previsione, controllo, certezze. Il vecchio ordine non è sostituito da un ordine alternativo, ma da un’incertezza che caratterizza il mondo sociale e vite individuali insieme, generando un’ansia diffusa. Dopo la caduta del muro di Berlino, il capitalismo si presenta come un dogma, come il paradigma economico vincente, come unico paradigma, perché privo di alternative reali e praticabili. Dal punto di vista delle relazioni, se l’uomo moderno è un uomo senza qualità, l’uomo contemporaneo è senza legami, è un uomo libero, che esprime il bisogno di “instaurare relazioni”, di appartenere, di sentirsi sicuro e, al contempo, è timoroso di restare impigliato in relazioni “stabili”, definitive, spaventato all’idea che tali relazioni possano comportare oneri e tensioni che spesso non vuole né pensa di poter sopportare. Le relazioni di coppia oggi sono il terreno della più grande ambivalenza, la relazione deve essere leggera e flessibile, per potersi rompere facilmente e dare la possibilità all’individuo contemporaneo di ricostituirsi, ritessersi, mantenendo intatta tutta la potenzialità relazionale di ognuno. In questo modo, ognuno è molto più solo che in passato, ma libero. Molto più libero che in passato di tentare forme e sistemi per uscire da questa solitudine. C’è un eccesso di Ego che caratterizza il nostro tempo, l’individuo si considera un mondo a sé. Tutto ruota attorno alle proprie esigenze e alle proprie gratificazioni. Il narcisismo è talmente diffuso da essere considerato normale. Spesso le relazioni di coppia sembrano essere divenute modalità narcisistiche fondate sull’esperienza emotiva forte e sul poco impegno. Osserviamo un disagio sempre più diffuso che nasce dalla difficoltà ad accettare la perdita, la frustrazione e questo si evidenzia nella ricerca spasmodica di mille relazioni contemporaneamente, per evitare la solitudine e il vuoto, ma chiedendo, paradossalmente, continua autenticità al partner.

Quindi, a quale dinamica risponde il bisogno di amare nel tempo presente? Bauman ci ricorda che in una cultura consumistica come la nostra, che predilige prodotti pronti per l’uso, soluzioni rapide, risultati senza fatica, quella di imparare ad amare è la promessa di rendere l’esperienza dell’amore simile ad altre merci, che attira e seduce sbandierando tutte queste qualità: pronta all’uso, soluzioni rapide, no fatica. Inteso in questo modo, l’amore è desiderio e il desiderio nasce dalla voglia. Come per lo shopping: oggi chi va per negozi non compra per soddisfare un desiderio ma semplicemente per togliersi una voglia. Nel caso delle relazioni, seguire le voglie anziché i desideri significa “lasciare la porta bene aperta”, come sostiene Maria, la mia cliente, “ad altre opportunità romantiche” che potrebbero rivelarsi più soddisfacenti e appaganti. Maria, dice: “ogni volta che mi impegno sentimentalmente, per quanto alla leggera, è molto probabile che chiuda la porta ad altre opportunità“. In tutto questo scenario si inseriscono le tecnologie digitali la cui diffusione ha modificato il nostro modo di comunicare e di stare in relazione, introducendo nuovi modelli comunicativi e di interazione. Nel tempo si è andato creando uno spazio sociale, detto “cyberspazio”, un luogo digitale capace di far emergere nuove forme di comunità, le comunità virtuali. La comunità virtuale possiede caratteristiche proprie tali da poter sostituire o integrare quelle reali (Verrastro, 2016). Le comunità virtuali possono essere definite come un gruppo di soggetti che, all’interno di uno spazio virtuale condiviso, danno origine a una rete di relazioni ampie, con lo scopo di soddisfare diversi bisogni sociali (Zani, 2013). Le comunità online hanno delle caratteristiche in comune con le comunità reali in cui ha luogo lo scambio di informazioni, la nascita di nuove relazioni, l’aiuto reciproco ecc. La semplicità con la quale è possibile partecipare attivamente al proprio social network rende la tecnologia un moltiplicatore potenziale di legami deboli, dal momento che mantenere i legami creati attraverso il web richiede uno sforzo minimo, vista la valenza emozionale ridotta. Grazie a tutte queste opportunità, poco impegnative, che i social network ci hanno dato, permettendoci facilmente e con poco impegno, di aumentare la nostra rete sociale, si è modificato il modo di relazionarsi, permettendo alle persone di sperimentare nuovi modi di stare in relazione e di divenire coppia. Tinder è un’app per incontri online, attiva in 140 paesi e con 50 milioni di utenti: propone una serie di potenziali partner scegliendoli in base alla distanza geografica, grazie al GPS del cellulare. Una volta scaricata l’app, si entra con le credenziali Facebook, senza bisogno di altro. Si riempie un profilo costituito da nome, età, foto, istruzione, lavoro… Uno dei motivi che potrebbero avere contribuito al suo successo, è il modo in cui funziona Tinder, il suo utilizzo infatti è semplice e intuitivo. Si sceglie chi si vuole incontrare (uomini, donne o entrambi), il range d’età e la distanza massima in km. Tinder inizierà a mostrare una sfilza di foto in linea con le scelte effettuate: se qualcuno ti piace basta cliccare sul cuoricino (o fare swipe col dito verso destra), e passi al prossimo. Se anche all’altro piaci Tinder ti dirà che vi piacete e potrete iniziare a connettervi. In questo modo si può trovare un partner occasionale per una sera, una persona con cui parlare, un compagno per la vita, qualcuno da cui scappare … Maria mi dice: «è un po’ come andare al supermercato, hai banconi pieni di merce e tu puoi prendere quello che vuoi. Grazie a quest’app io posso contemporaneamente instaurare tutte le relazioni che voglio». Questo ci conferma quanto dicevamo prima rispetto ai prodotti pronti all’uso, allo scarso impegno, alle soluzioni rapide. C’è un’interessante ricerca (Sumter, Vandenbosch & Lictenberg, 2017) che rileva che il motivo sottostante l’utilizzo sempre crescente di questa app tra i giovani adulti sembrerebbe essere non tanto la ricerca di un partner per sesso occasionale, quanto, nella maggior parte dei casi, la ricerca di una relazione sentimentale. Questo ci fa riflettere sulla profonda solitudine e insicurezza che attanaglia i nostri tempi. Ma la relazione affettiva poggia su alcuni mattoni che ne assicurano il mantenimento. Sono i sentimenti dinamicamente centrali per la vita affettiva delle persone che rivestono una particolare importanza ai fini del loro benessere. Quando le persone non li pongono a fondamento delle loro relazioni vi possono essere diversi esiti critici (aggressività, violenza, interazioni distruttive, abuso). Questi mattoni, a mio avviso, sono: intimità, empatia, sicurezza, impegno, sostegno, fiducia, apertura di sé. Tra di essi ce ne sono due su cui mi voglio soffermare. A proposito dell’empatia, Sherry Turkle (2016), nella sua aperta difesa dell’arte di stare con se stessi, della capacità di dialogare con l’altro e con gli altri, e nella sua critica alla crisi di questi piaceri della vita, dovuta alla nostra simbiosi con le nuove tecnologie, ci fa sapere che:

… negli ultimi venti anni, tra gli studenti universitari americani, si è rilevato un calo del 40 per cento negli indicatori dell’empatia – un decremento avvenuto per la maggior parte nell’ultimo decennio. Si tratta di una tendenza che i ricercatori attribuiscono direttamente alla presenza dei nuovi mezzi di comunicazione digitale (p. 32).

L’altro mattone è l’impegno, un indicatore e predittore cruciale della stabilità della relazione affettiva, intima, adulta. Esprime il sentimento dell’essere psicologicamente connessi ad un’altra persona, di sentirsi bene e di desiderare di restare con quella persona in una prospettiva di lungo termine. Ha a che fare con la lealtà nei confronti del partner con cui si è in relazione, ma soprattutto con l’intenzione di restare in quella relazione. Spesso però l’impegno è faticoso e prevede rinunce e questo stride con la cultura dell’oggi. E allora, tornando a Maria e alle sue relazioni di coppia, dopo un lavoro di decontaminazione e consapevolezza di sé ha ricominciato a connettersi anche col mondo reale e mi dice: ”scopro che nel mondo reale le relazioni sono tridimensionali e questo è molto interessante”. La consulenza psicologica può offrire al cliente orientamento e potenziamento delle risorse per muoversi con disinvoltura nel mondo reale e virtuale, con il proprio navigatore interiore. Può aiutare le persone a ritrovare le relazioni e le connessioni con il mondo reale. Infine il lavoro su di sé può accompagnare l’individuo alla ricerca di maggior senso critico e consapevolezza, per imparare a gestire le proprie connessioni in modo consapevole. Non si tratta di demonizzare i dispositivi multimediali e neppure il loro uso. Tuttavia è di fondamentale importanza essere consapevoli di ciò che stiamo utilizzando e del modo in cui lo utilizziamo per non confondere il mondo reale con quello virtuale. Essere presenti a se stessi, valutare i benefici, riscoprire la libertà di scegliere. Al fine di avere noi il predominio sulle nuove tecnologie e non le nuove tecnologie su di noi. Come psicologi abbiamo l’opportunità di accompagnare i nostri clienti ad evolversi dall’impulsività, dalla grandiosità, dall’isolamento e dalla paura, per perseguire con consapevolezza, responsabilità e senso critico i propri progetti, le proprie relazioni e la realizzazione di Sé, per rimanere connessi nella realtà.

Pubblicato in rivista Percorsi Vol V, Num 3 anno 2018

Bibliografia

  • Bauman, Z. (2002). Modernità liquida. Roma-Bari: Laterza.
  • Bauman, Z. (2004). Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi. Roma-Bari: Laterza.
  • Verrastro, V. (2016). Psicologia della comunicazione. Milano: Franco Angeli.
  • Sumter, S. R., Vandenbosch, L., & Ligtenberg, L. (2017). Love me tinder: Untangling emerging adults’ motivations for using the dating application tinder. Telematics and Informatics, 34(1), 67-78.
  • Turkle, S. (2016). La conversazione necessaria. La forza del dialogo nell’era digitale. Torino: Einaudi.
  • Zani, B. (2013). Community Psychology Practice Competencies in Undergraduate and Graduate Programs in Italy. Global journal of community psychology practice, 4.